Il nostro obiettivo è quello di farvi ricredere e per farlo è necessario conoscere e approfondire l’argomento. Quello che non si conosce, da sempre, è qualcosa che ci fa paura, da temere. L’antagonista più grande della paura è la conoscenza.
Per farlo iniziamo da una definizione famosissima dell’economista Benjamin Graham, padre dell’investimento orientato al valore e autore di uno dei libri “guida” degli investitori, “The Intelligent Investor”.
“Un’operazione di investimento è quella che, attraverso un’analisi approfondita, promette la sicurezza del capitale e un rendimento adeguato. Tutte le operazioni che non soddisfano tali requisiti sono speculative”.
Analizziamo, prendendo spunto dal podcast “investire semplicemente” scritto e ideato da Luigi Mattarazzo, il significato di questa definizione.
Innanzitutto, è necessario “fare un’analisi approfondita”. Proprio così, investire richiede conoscenza, preparazione e analisi. Non esistono scorciatoie per diventare ricchi in qualche minuto agendo per caso. Se non possiamo o non vogliamo formarci su queste tematiche sarà necessario affidarsi ad un consulente finanziario che ci aiuterà a fare le giuste considerazioni. In particolare, ci aiuterà a “gestire il rischio e proteggere il capitale”.
Un investimento fatto nelle modalità più appropriate terrà conto della nostra situazione finanziaria per assicuraci un rendimento adeguato. Adeguato, ovviamente, anche all’investimento che stiamo effettuando.
Quali sono i motivi per cui vale la pena investire?
Il motivo principale è senza dubbio la libertà, investire sulla solidità del proprio futuro. Libertà come individui facenti parte di una società civile ed efficiente. Liberi, dunque, di spendere denaro all’interno della società in cui viviamo. Liberi di scegliere cosa fare, con quali tempistiche e in che modalità ci sono più congeniali.
Le altre due motivazioni possono essere riassunte in pensione e inflazione.
Pensione: Nel prossimo futuro la pensione ordinaria, quella che riceviamo come contribuenti alla fine della nostra vita lavorativa, molto probabilmente non ci basterà come fonte di sostentamento. Prima del boom economico questo piano di accumulo era possibile e sostenibile. Di recente lo Stato ha tentato la modifica di alcune leggi per rendere il modello più sostenibile, nella realtà questo ha semplicemente causato altri effetti negativi. Le cause di questo cambiamento sono da ricondurre a internet, globalizzazione, sviluppo tecnologico e crisi finanziarie.
In Italia negli ultimi anni tutti questi aspetti sono ulteriormente peggiorati e la crisi sembra non vedere una fine. I fattori critici sono disoccupazione, alta tassazione, precarietà e debito pubblico, i quali incidono fortemente sulla spesa pubblica. Il tasso di disoccupazione non consente allo Stato di ottenere abbastanza contributi per coprire le pensioni da erogare. Questo gap tra entrate e uscite dev’essere coperto dallo Stato che spende il 25,1 % del PIL in previdenza sociale. E i dati sono in costante crescita.
L’Italia, infatti, è il Paese europeo che spende maggiormente (in percentuale) in pensioni rispetto al PIL. Il tutto aggravato dal tasso di contributi obbligatori che in Italia si assesta intorno al 30/35% per la previdenza sociale (il più alto al mondo). Bisogna quindi prepararsi al peggio e investire, per avere la certezza di un futuro finanziario efficace.
Inflazione: Un’altra motivazione valida per cui è fortemente consigliato investire è l’inflazione, ossia il tasso percentuale di aumento dei prezzi di beni e servizi nel tempo. Questo perché l’inflazione diminuisce il nostro potere d’acquisto e ci consente di comprare meno beni con la stessa quantità di denaro.
L’inflazione, inoltre, diminuisce la competitività di un Paese nei confronti del commercio internazionale. Il Paese in questione subirà, quindi, un aumento dei prezzi maggiori di altri e questo inciderà negativamente sulla situazione finanziaria dei cittadini. In regime di alta inflazione, infatti, sono presenti alte pressioni sui salari, un conseguente aumento degli interessi e una diminuzione dei cambi valutari.
Questo significa che se ad esempio abbiamo 100.000€ sul conto corrente e la BCE stabilisce un tasso d’inflazione annuo del 2%, dopo 10 anni anche se il valore nominale rimarrà di 100.000€, il potere d’acquisto corrisponderà ad 80.000€.
Situazione che si viene a creare se decidiamo di tenere il nostro denaro fermo, piuttosto che investire.
Caratteristiche di un buon investitore?
Temperamento e pazienza possono riassumere in maniera efficace ed esaustiva le caratteristiche fondamentali che deve possedere un investitore, in particolare se si tratta di un investitore di lungo periodo.
Questo perché è importante che nel caso di ribassi nei mercati non vengano prese decisioni repentine e dettate dalla paura. Piuttosto possiamo chiederci quali opportunità possiamo ricavare da quella particolare situazione. E, fondamentale, devi sapere perché stai investendo, in caso contrario rischierai di essere concentrato sui prezzi piuttosto che sul rendimento a lungo termine e questo ti renderà vulnerabile. Il fatto che un’azione stia salendo o scendendo non deve farci prendere decisioni veloci. Chi decide di investire è e deve già essere preparato alla volatilità dei prezzi.
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