Il prestito personale è un prodotto finanziario che prevede l’erogazione di una somma di denaro, con un tasso fisso e rimborsabile secondo un piano di ammortamento a rate costanti.
Questo finanziamento fa parte della categoria di prestiti non finalizzati; quindi, non sarà necessario associarlo all’acquisto di un bene o prodotto specifico, ma potrà essere richiesto per qualsiasi bisogno tuo o dei tuoi famigliari.
La richiesta di questo prodotto può essere presentata da tutti, con la sola discriminante della maggiore età e del possedimento di un reddito dimostrabile.
Tuttavia, nonostante il pieno adempimento di questi due prerequisiti, sussiste la possibilità che la richiesta di prestito non venga accettata. Questo perché esistono delle situazioni in cui il rischio è troppo alto per la società o l’istituto di credito che eroga il finanziamento.
Scopriamo assieme quali sono le tre motivazioni principali che possono portare al rifiuto di un prestito personale.
Segnalazioni negative in banca dati: Cosa significa?
Semplice, se in seguito alla richiesta di un prestito o un finanziamento non rispetti il piano di ammortamento e salti il pagamento di due o più rate viene automaticamente effettuata una comunicazione al SIC. Ovvero il sistema informazioni creditizie. A questo sistema possono accedere le finanziarie quando devono decidere se concedere o meno una certa quantità di denaro. Se risulti segnalato come cattivo pagatore, molto probabilmente ti verrà proposta l’alternativa della cessione del quinto. Questa forma di prestito non richiede garanti e la rata di rimborso viene trattenuta direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione, dal datore di lavoro o dall’ente erogante.
Numerose richieste e rifiuti
Lo sappiamo, quando sussiste la necessità di ottenere liquidità i tempi ci sembrano lunghissimi e il pensiero più logico che ci viene in mente è di fare più richieste a più finanziarie, sperando che almeno una possa concederci il prestito. Facciamo molta attenzione a questo tipo di pensiero. Quello su cui vale sempre la pena puntare è la qualità. Informiamoci bene, facciamo una brevissima analisi dei nostri prerequisiti e solo successivamente rivolgiamoci ad UNA agenzia per avere una prima risposta sulla fattibilità. E attendiamo. Nel caso di rifiuto, vale la pena fare un’altra prova? Il consiglio è sempre di non fare richieste a tappeto, tutti i rifiuti si accumuleranno e questo peggiorerà la nostra situazione in quanto richiedenti e non ci permetterà di raggiungere l’obiettivo.
Anzianità di servizio
Se al momento della presentazione della domanda, il richiedente è neoassunto e non ha una continuità di servizio, le possibilità che il prestito non venga concesso sono decisamente più elevate. In egual modo, se il cliente ha un contratto a tempo determinato la cui durata non copre il numero di rate totali del piano di ammortamento. Nel caso di un contratto a tempo determinato, infatti, la data di estinzione del prestito dev’essere precedente la data di fine contratto.
Cosa fare in caso di rifiuto?
Se ci fidiamo della finanziaria a cui abbiamo fatto la nostra richiesta, la cosa migliore che possiamo fare è affidarci a loro e ai loro consigli. Sapranno certamente dirci se dobbiamo aspettare, provare a fare la richiesta per un altro prodotto (ad esempio la cessione del quinto, come anticipavamo prima) o se il nostro profilo, al momento, è incompatibile con la richiesta di un prestito di qualsiasi tipo.